domenica 6 febbraio 2011

La rosa d'inverno



Ero questa rosa gialla
col cappello di neve,
pregna di longevità oltraggiosa.

Sgranavo il rosario delle stagioni
contro il senso dell’opportunità,
quando sfidavo i giorni
di fronte al prevedibile
e non cedevo il passo
ad alcun tipo di gelo.

Indossavo il sole delle grandi occasioni
anche nei momenti d’incalzante umiltà,
quando chinavo il capo
di fronte all’impossibile
o aspettavo invano
di sentire il mio nome.

Poi veniva.
Una goccia d’acqua e via di nuovo.

La rosa ostinata placa la sua sete
anche abbracciando il ghiaccio.
Quando è troppo stanca
di fronte all’ineffabile
dà le forbici alla mano
che la reciderà.

Ero in questa rosa.
O forse era lei,
ad essere in  me,
perché ora che essa non è più,
io sono ancora.


7 commenti:

  1. Tu non fai che stupirmi, ragazza.
    O devo chiamarti Rosa?
    :))

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  2. Ti stupisce che sia riuscita a fotografare una rosa senza che si muovesse, vero?

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  3. Mi stavo chiedendo infatti, che effetti speciali adoperi...
    Poi m'insegni come si fa a non far muovere le rose mentre le si fotografa, eh!

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  4. Ne ho potate parecchie, e senza alcuna competenza. Eppure ogni anno ricrescono rigogliose, con le loro spine infernali.

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  5. E vabbé. Me ne starò qui, nell'altra stanza, zitto zitto, buono buono.

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  6. Ma tu sei l'espe che conosco io, ma si che sei quella espe, scrive meravigliosamente come espe:-) Mi prendera' per matti.

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